Dal calcio al tennis: il mio processo personale per identificare, testare e consolidare un modello replicabile di investimento.
Perché creare un modello di investimento nello Sport Trading (e perché ora)
Dopo vent’anni di sport trading e centinaia di test, quest’anno ho deciso di dedicarmi finalmente alla creazione di un nuovo modello di investimento sul tennis. Non perché il tennis sia una novità per me, anzi, è uno sport che seguo e su cui investo da oltre vent’anni, ma perché oggi, per la prima volta, mi sento davvero libero, stabile e focalizzato.
L’apertura del nostro fondo di investimento dedicato allo Sport Trading ha rappresentato un catalizzatore: una nuova fase, una nuova maturità operativa.
Ma in fondo, questo processo di creazione di un modello scalabile non è del tutto nuovo per me: è lo stesso che, vent’anni fa, in modo quasi inconscio, mi portò alla creazione del mio modello principale sul calcio. E che, due anni fa, ho ricreato con il modello sui campionati minori grazie alla collaborazione avviata con Luca Tedeschi.
Le 5 fasi di creazione di un modello di investimento
Costruire un modello significa identificare pattern ricorrenti, testarli, correggerli e renderli scalabili. Un processo apparentemente tecnico, ma che nasconde un profondo lavoro mentale, emotivo e soprattutto strategico.
Ecco le fasi principali che sto seguendo nel mio processo:
1. Osservazione
Tutto parte dall’osservazione. È la fase creativa, intuitiva, dove resti in ascolto.
Ultimamente, per esempio, ho guardato molte partite di tennis mentre si sta svolgendo il campionato ATP 1000 di Montecarlo.
Senza fretta, ho lasciato emergere idee e spunti. Perché in questa fase non cerco conferme, ma intuizioni.
2. Riconoscimento dei pattern
Poi inizia la caccia ai pattern. Qualcosa che si ripete, che si può riconoscere e prevedere.
Nelle partite che ho visto, ad esempio, ho notato il comportamento ricorrente del favorito che perde il primo set: la sua quota sale in modo esponenziale e si crea una finestra di investimento molto interessante.
3. Testing del pattern
Una volta individuati uno o due pattern, iniziano i test.
Settimana prossima mi dedicherò proprio a questo: guarderò solo partite che rispecchiano questi schemi e testerò il mio modello senza interferenze, raccogliendo dati e osservando le metriche più importanti.
4. Correzione e prototipazione
In base ai dati raccolti poi, intervengo nella strategia precedentemente delineata e correggo.
Magari l’ingresso è troppo anticipato, l’uscita troppo tardiva, o il range di quota da prendere in considerazione va ristretto. Questa è una fase tecnica ma anche riflessiva: è qui che il modello prende la sua forma!
5. Sperimentazione estesa
A questo punto, il prototipo è pronto per una fase di sperimentazione su larga scala: più eventi, più tempo.
E più errori da cui imparare. Solo così il modello può diventare robusto e applicabile su larga scala.
La fase ciclica: miglioramento continuo
Ma il vero salto qualitativo arriva quando smetti di pensare alla sperimentazione come fase “iniziale” e cominci a viverla davvero, come ciclo continuo.
Osservo – correggo – sperimento – osservo di nuovo.
È il ciclo classico che seguo da anni con il mio modello sul calcio. Dopo 20 anni, non è più un test, ma una gestione ciclica dell’affinamento, con correzioni leggere a fine stagione, o addirittura nessuna.
Questo è l’obiettivo finale: un modello vivo, evolutivo, che non dipende dalla rigidità ma dalla qualità del processo.
Oltre lo sport: un modello di investimento replicabile
La cosa che mi appassiona di più di questo processo? Il fatto che sia assolutamente replicabile in qualsiasi forma di investimento: dall’immobiliare all’azionario, fino al modello imprenditoriale di creazione e sviluppo aziendale.
Il principio che puoi seguire anche tu è lo stesso:
- Osserva
- Cogli i pattern
- Testa
- Correggi
- Sperimenta su larga scala
- Ottimizza continuamente
Dal modello all’asset strategico (non solo operativo)
Negli anni ho imparato che un modello solido non rappresenta solamente uno strumento operativo: è un vero e proprio asset strategico.
La sua esistenza, la sua sola esistenza, vale più del profitto che può generare nel breve termine. Perché un modello validato, funzionante e aggiornato costantemente è in grado di produrre rendite costanti nel tempo, adattarsi alle condizioni del mercato e sostenere periodi difficili grazie alla sua struttura.
È un patrimonio. E come ogni asset, può essere valorizzato, difeso, scalato.
Inoltre un altro aspetto è per me importante sottolineare: ogni modello ben costruito rappresenta un prerequisito per la scalabilità. Se voglio automatizzare una parte del mio processo (cosa che faccio e continuerò a fare), ho bisogno di una struttura chiara, validata e ripetibile. Senza modello, non c’è nulla da delegare. Con il modello, posso costruire supporti algoritmici, strumenti predittivi e flussi semi-automatici in grado di alleggerire l’operatività senza togliermi il piacere di continuare in questo meraviglioso lavoro.
Non credo all’automatizzazione completa: tra l’altro mi annoierebbe! Ma credo in una tecnologia che potenzia, che libera tempo e che sappia amplificare le mie capacità decisionali, lasciando a me il compito più bello: quello di pensare ed agire.
Il mindset dietro ogni metodo
Quello che ho capito in questi anni è che non puoi costruire un modello se prima non costruisci la tua libertà interiore. Libertà di osservare senza giudizio, di sbagliare senza condannarti, di lasciar emergere la tua visione senza ansia da risultato.
Il modello è una conseguenza. Il mindset è la causa.
Costruire un modello è come dare forma al caos. Richiede competenza tecnica, certo, ma anche intuizione, pazienza, e una profonda capacità di rimanere fedele a un processo anche quando i risultati non arrivano nell’immediato.
Il modello sul tennis è appena iniziato, ma il viaggio, ancora una volta, ne rappresenta la parte più importante.
Se stai cercando di costruire il tuo modello, nello sport trading o in qualsiasi altro ambito, inizia osservando. E poi non smettere più!